L’isola di Lavezzi…. Ricordi un pò offuscati di qualche anno fa … Il mare limpido, quasi “impalpabile” alla vista se mi è concesso questo gioco di parole… Il mio primo approdo a Lavezzi fu pieno di entusiasmo, il timore di affrontare le rinomate bocche di Bonifacio, gli scogli che tempestano tutta la sua costa, il silenzio dell’isola che la fa sembrare quasi una terra senz’anima…
A terra l’isola parla da sè… Il suo titolo di riserva sembra calzarle alla perfezione. Le sue rocce levigate dal vento e dalle correnti che si incrociano intorno ad essa sembrano delle vere sculture. Passeggiare, fare il bagno, stendersi al sole è un idillio di pace e serenità… E mentre sei lì e intorno a te vedi tanta bellezza naturale vorresti perderti in ogni sua piega.
Di solito quando vai a Lavezzi con la barca il mare è calmo e le previsioni non celano sorprese… Ma un buon comandante non può non scrutarne i presagi e deve restare sempre all’erta, anche se il meteo stima giorni e giorni di bonaccia! Quell’angolo di Paradiso che è l’isola di Lavezzi va sempre maneggiato con cura… Può trasformarsi in un piccolo inferno se il mare si inquieta!
La fortuna della mia prima visita a Lavezzi fece sì che potemmo trascorrere lì la notte… Ancorati a Cala della Chiesa, a sw dell’isola, ci assicurammo con le cime a terra e il mare calmo e le barche tutte in fila mi fecero pensare ad un ormeggio in banchina… C’era massima collaborazione tra marinai di professione e comandanti di esperienza in vacanza con le famiglie… L’aria che respirai fu di quiete e controllo totale, tanto che pensai che le mie preoccupazioni sul mare in prossimità di Bonifacio fossere un pò esagerate…
Le barche ancorate a pettine su quei pochi metri di sabbia disponibile sembravano dipinte in quella cala piena di suggestioni.
Preparai la cena mentre la mia bambina giocava nel pozzetto sotto i caldi raggi di un tramonto pieno di colori… Mentre tutti erano scesi a terra ad esplorare l’isola e i suoi tesori.
La serata si concluse con un drink sotto un cielo pieno di stelle che incorniciava quello spazio senza tempo in cui eravamo noi gli ospiti della natura… Non invasori, ma ospiti trattati con tappeto di velluto color mare…
Ma, nonostante la quiete di quella notte, l’alba ci catapultò in un giorno movimentato… al primo chiarore il vento da ovest ci costrinse ad allontanarci in fretta cercando di seguire la stessa traccia d’ingresso per evitare il pericolo dei numerosi scogli…
La quiete di quella splendida notte resta nel mio cuore così come l’isola…. Ci tornerò, tante altre volte spero… E ogni volta quel paesaggio appagherà ogni mia aspettativa…
Pioveva… Era uno di quei pomeriggi noiosi e grigi e Zilla non aveva nessuna voglia di mettersi a guardare la tv…
Cominciò a gironzolare per la casa di campagna dei nonni e, ad un certo punto, si ritrovò tutto da da solo in soffitta!
La nonna era uscita a far compere e il nonno se ne stava mezzo addormentato sulla sua sedia a dondolo nella penombra del patio, cullato dal tepore della primavera…
Il piccolo monello cominciò frettolosamente a frugare nelle grandi scatole di cartone del nonno e in pochi minuti si dimenticò completamente di essere in soffitta… Aprì libri di fiabe pieni di polvere e sfogliandoli la sua fantasia prese il via in una folle corsa dal suo cuore fino ai suoi occhi… Trovò una foto del nonno che teneva su un grosso pesce con aria orgogliosa e trionfante… Poi si trovò tra le manine un robottino mezzo arrugginito con un solo braccio che all’accensione del pulsante rosso cominciò a balbettare la parola ciao ad intermittenza… “ci-ci-ci- ciao—ci-ci-ci-ciao”… E uno splendido sorriso partì dagli occhi di Zilla fino a sfociare sul suo musetto…
Quante cose c’erano in quelle grandi scatole… Nemmeno la polvere riusciva a celarle e lui non sapeva da quale parte cercare tanto era curioso di veder tutto…
Mentre cercava di tirar giù un grande secchio che stava sulla mensolona di legno di quercia fece accidentalmente cadere un grosso barattolo di vetro… Per fortuna non si ruppe e quando finì di rotolare sul pavimento si tirò su da solo… Già, proprio così, perchè aveva le gambe!!! Accidenti…!!!! Zilla balzò in piedi un pò preoccupato e anche incuriosito e restò distante ad osservarlo con fare molto intimorito… Il barattolo aveva anche due belle manine e, non meno importante, Zilla ci vide dentro un grazioso esserino con la faccia simpatica completamente ricoperta da caramelle!! Il suo amico si avvicinò e Zilla fece un passo indietro, ma quando furono faccia a faccia gli porse la sua mano e lo invitò a presentarsi: “Ehi ciao! Io mi chiamo Barattolo, vivo qui da un pò e devo dire che, a parte la polvere e i ragnetti che amano il profumo delle mie caramelle, qui si sta proprio bene!!”
In principio il piccolo Zilla si mostrò un pò reticente, ma trascorsi una manciata di nani secondi sfoderò il suo sorriso migliore che, incorniciato dai suoi occhietti furbi, lo trasformò in men che non si dica in un nuovo amico di Barattolo!!
Era fantastico…. Stava lì, tutto da solo nella soffitta del nonno, e davanti a lui aveva un mega Barattolo parlante che gli stava mostrando tutti i posti e le opportunità di gioco che si nascondevano in quella grande stanza sotto al tetto!!
Barattolo lo prese per mano e lo condusse dietro la grande tenda fatta di tessuto e ragnatele dove si nascondeva un grazioso topolino grigio che senza paura gli andò incontro e gli offrì un pezzetto di formaggio puzzolente! Zilla ci penso bene e si ricordò che quel pezzetto di formaggio lo aveva fatto cadere lui sotto al tavolo da pranzo e per non doverlo raccogliere gli aveva dato un calcio fino a farlo ruzzolare sotto al mobile della tv! Così Zilla sorrise rifiutando la gentile offerta del topino e continuò il suo viaggio di perlustarzione con Barattolo… Più a destra della tenda c’era persino il vecchio cane da caccia del nonno che se ne stava tutto tranquillo ad oziare proprio sotto l’unico raggio di sole che la crepa del tetto lasciava penetrare nella soffitta… Zilla gli fece una carezza e Barattolo gli raccontò di quanto fosse divertente vederlo litigare ogni mattina con le mosche che si posavano sul suo naso rossastro mentre riposava!!
“Cavolini…Questo posto è pieno di magia!!” esclamò la piccola peste guardandosi intorno… Barattolo, finito il giro della stanza, alzò la mano e svitò il tappo sopra la sua testa, si grattò un orecchio e prese una caramella…. Prese l’unica caramella che luccicava, ce l’aveva incastrata sotto il mento, ma con notevole abilità la tirò fuori e gliela porse… Zilla allungò la sua manina paffutella e mentre stava per afferarla, Barattolo chiuise la mano e gli disse: “Questa caramella è per te, ma sappi che non è una caramella come tutte le altre che hai mangiato fino ad oggi… Non appena la metterai nella bocca dimenticherai tutto quello che hai visto e che ci siamo detti in questa soffitta… Ma avrai la possibilità di portare con te l’oggetto che più ti piace senza che nessuno ti domandi dove te lo sei procurato!! ”
Zilla ci penso un attimo e la scartò subito ficcandosela golosamente in bocca e gustandola in tutto il suo mega sapore!!! Era buonissima… Ma mentre rilasciava tutto il suo sapore, si prendeva tutta la memoria di quegli ultimi istanti in compagnia di Barattolo…
Finita la super caramella, Zilla si guardò di nuovo intorno e vide la canna da pesca del nonno… La prese senza esitare e si tuffò verso l’uscita della soffitta, scese la lunga scala e chiese al nonno di portarlo a pescare…
Il nonno, già sveglio da un po’, si mise il berretto sul capo e salirono insieme sul camioncino verde bottiglia mezzo sgangherato… Arrivati al lago, seduti l’uno accanto all’altro, il nonno gli fece una carezza e lo guardò pieno di orgoglio come non aveva mai fatto prima… Gli fece l’occhiolino e gli disse… “La prossima volta dobbiamo portarci un barattolo con qualche dolcetto fatto dalla nonna!!!!!”
Zilla lo abbracciò e insieme restarono al lago fino al tramonto…….
5,43 km² di silenzio, di solitudine… Quando approdammo a Linosa la mia sensazione fu di un’isola fantasma, piena di mistero e all’apparenza inanimata…
La navigazione tra Pantelleria e Linosa fu calma e rilassante, il mare ci accarezzava lo scafo con fare amichevole e i nostri sguardi puntavano dritto a Linosa… Ultima tappa prima dell’arcipelago maltese….
Impiegammo circa dieci ore di navigazione e quando arrivammo a Linosa era pomeriggio e l’isola si preparava a farci assistere ad un tramonto mozzafiato!
Non eravamo mai stati prima a Linosa e non conoscevamo nè la costa nè i fondali dell’isola, ci guardammo intorno e non vedemmo altre barche in navigazione nei pressi della costa, se non un’unica barca a vela ad una boa nella cala Pozzolana di Ponente.
In fase di avvicinamento restammo come nostra abitudine a prua cauti e svegli, non sapevamo dove fosse meglio ancorare in base al fondale e al vento da nord ovest che c’era in quel momento. A seguito della consulatzione di uno “strtingato” portolano ci dirigemmo a cala Pozzolana di Levante, a sud dell’isola. Fortunatamente ci rendemmo presto conto che le poche righe disponibili che avevamo consulato riportavano un’indicazione assolutamente errata.
Rischiando tra i bassi fondali rocciosi e acuminati optammo per la scelta più sensata di tornare di nuovo a cala Pozzolana di Ponente.
Ci preparammo un’ancora di rispetto, sapendo già che sarebbe rimasta in regalo agli inospitali fondali di Linosa, ma quando ci avvicinammo di nuovo, notammo con stupore che la barca a vela alla boa stava mollando l’ormeggio lasciandoci libero approdo nell’unico possibile punto di ancoraggio in quella cala!
Ci procurammo subito la cima giusta per assicurarci alla boa posta proprio al centro della cala, dopo poche manovre di avvicinamento ci ormeggiammo in tutta tranquillità pronti per trascorrere una bella serata e la notte che ci attendeva in quella che per noi era un’isola misteriosa di cui poco si parla sui portolani e sulle riviste di vela…
Purtroppo pochi istanti dopo rientrò la barca che ci aveva lasciato quel posto reclamandone l’uso privato, o meglio ancora privilegiato!
Dopo aver cercato di capire le motivazioni per cui ci si impossessi di un pezzo di mare con una boa propria con l’unica prerogativa di residente dell’isola , mollammo la tanto acclamata palla galleggiante, che era ben fissata con catena e cima ad un blocco di “basalto” occupante gran parte della poca sabbia scura sul fondale e ci spostammo qualche metro più in là sperando in un ancoraggio sicuro che il calar del sole rendeva ormai un’incognita!
Mio marito calzò pinne e maschera e si tuffò alla ricerca di un fazzoletto di sabbia che rendesse sicuro l’ancoraggio notturno, mio figlio, nemmeno dodicenne, prese, sotto la mia visione, il comando della barca. Quando il comandante ( in acqua ) ci diede il via, calammo catena fino a raggiungere il fondo e lui assicurò la nostra ancora con le sue stesse mani!
Nonostante le avversità ancoraggio fu fatto e il nostro comandante ci portò a terra ad esplorare questa meraviglia della natura tutta da scoprire!
Linosa è una riserva naturale coperta da macchia mediterranea, si dice che sia uno degli ultimi luoghi in Italia dove la tartaruga “Caretta caretta” deponga le uova. Passeggiando nell’entroterra si possono ammirare le modeste abitazioni colorate dei pochi residenti effettivi del luogo i quali vivono di pesca e di umile turismo, infatti non ci sono grandi strutture per ospitare i visitatori ma solo case . La cosa che mi ha colpito è il Monte Nero completamente coperto da una distesa di meravigliosi gigli di mare che si affacciano sulla costa …
Linosa è un posto in cui perdersi, in cui lasciare che i pensieri siano coccolati dal silenzio e dalla semplicità… E’ l’isola che non esiste ma che se ci vai ti accorgi di quanto è reale… Linosa è la natura senza la mano dell’uomo… Salva e intatta… Libera!
A completare la splendida passeggiata con pantaloncini e infradito fu un mondano , ma allo stesso tempo sperduto, aperitivo fronte tramonto…. Salutare il sole da quella terrazza fu pura poesia… I volti delle persone si doravano come per intonarsi ai colori del cielo e del mare e, mentre sorseggiavamo il nostro drink mangiando piatti semplici arricchiti dai
loro profumati capperi, la serata si avviava tranquilla…. Così come la notte che seguiva…
Linosa è un punto nel mare…. Una piccola terraferma dove ho idea che l’inverno abbia un sapore che non ho mai potuto assaggiare…. Lontano anni-luce da qualunque realtà che io conosca…
Villasimius è una delle località più belle della Sardegna, situata a sud dell’isola…
La prima volta che ci andammo fu subito amore… I colori, il clima, le spiagge, la gente… Sembra un angolo di paradiso a portata di tutti… Già, perchè sia in barca che da terra, è possibile apprezzarne le notevoli qualità senza grande fatica.
Campulongu
Le montagne occupano il lato occidentale della zona con il famoso promontorio di Capo Carbonara; a ovest di esso possiamo godere della meravogliosa spiaggia di Campolongu, lunga, bianca e incorniciata da una fitta macchia mediterranea che si spinge nell’entroterra. La spiaggia è facilmente accessibile dalla strada e ci sono anche delle importanti strutture turistiche, mentre per chi approda con una barca la godibilità del mare è assoluta e raffinata… L’acqua cristallina e il fondale chiaro e sabbioso rilasciano dei colori unici in natura e ci sono scogli molto conosciuti per praticare snorkeling ed ammirare la fauna marina del posto. Villasimius è un importante sito turistico, ma possiede ancora un sapore selvaggio che pochi luoghi della Sardegna hanno saputo conservare…
La spiaggia del riso
Proseguendo verso il porto raggiungiamo la Spiaggia del Riso, che prende il nome dalla forma dei granelli di sabbia simili a chicchi di riso. Il suo color cipria le aggiudica tutte le sfumature dal rosa al bianco ed è un piacere per gli occhi guardare il mare da quella prospettiva…
L’acqua non raggiunge livelli molto alti ed è quindi piacevole passeggiare nel mare sotto il caldo sole tipico della zona. Il porto è un pò casa mia… Io lì non mi sono mai sentita una turista, anzi quando me ne vado ho sempre la sensazione di lasciare qualcosa per cui vale la pena tornare…
Non ci si stanca mai di quel mare, del paesaggio, dei tramonti dietro la montagna che colorano tutto l’orizzonte…
Il vento più temuto è, senza dubbio, il maestrale. Le raffiche raggiungono spesso velocità notevoli e rendono praticamente impossibile la navigazione all’imboccatura portuale. La località è comunque ricca di aree verdi e locali in cui sostare e trascorrere serenamente sulla terra ferma le giornate più ventose! Un’altra curiosità su questa zona sono le caratteristiche domus de janas, che troviamo anche alle spalle della Spiaggia del Riso. Esse sono le dimore degli antichi uomini nuragici infatti il loro nome “domus” indica proprio le “case”.
Porto Giunco
La vacanza a Villasimius è gioia e strategia nello stesso tempo… La possibilità di vivere il mare su due versanti è una vera opportunità per chi non vuole perdere un solo giorno di vacanza… Infatti quando arriva il temuto vento maestrale non è mai d’impaccio, perchè si può attraversare la localià, con poche centinaia di metri di terra, e trovarsi nella cala di Porto Giunco, dove la spiaggia separa il mare dalla laguna dei fenicotteri rosa e il mare brilla sotto il sole come una distesa di diamanti. Anche qui strutture alberghiere , bar e ristoranti offrono servizi indiscutibilmente di qualità e la vista del paesaggio è il piatto forte da assaporare in compagnia…
Si può ancorare in tutta la cala con tranquillità e scendere comodamente con il tender attraverso gli scivoli adibiti allo scopo, si può nuotare, passeggiare, visitare la laguna, sorseggiare una birra fresca e avere la sensazione che si possa vivere solo di questo!!
L’incanto della natura in questa spiaggia è sorprendente… E’ possibile raggiungere a piedi la torre( risalente al 1500) posta in alto sul lato sud della baia e da lì godere di un panorama splendido ed unico. In un solo scatto si può incorniciare il porto, la laguna, la spiaggia del Giunco e il mare sotto la torre…
Punta Molentis
Un luogo pieno di ricordi speciali, dove i colori della natura mi sorprendono ogni volta. Anche qui la caratteristica dei “due mari” appaga la vista dei turisti più esigenti. La sabbia è fine e molto bianca, simile a farina e il fondale sulla riva è poco profondo. Più ci si allontana dalla spiaggia e più il colore turchese si fa intenso. Trascorrere una giornata a bordo ancorati a Punta Molentis è una goduria unica e garantisce un discreto riparo dal vento proveniente da nord est non troppo forte. Il fondale sabbioso è un buon tenitore per l’ancoraggio con profondità che variano dai 5 ai 10 metri circa.
Durante la navigazione in prossimità di Punta Molentis è bene prestare attenzione allo scoglio segnalato in giallo nella foto.
Io e la mia famiglia adoriamo praticare snorkeling in questa cala di Villasimius, gli scogli sommersi lungo la costa identificano un profilo perfetto della fauna e della flora del posto. Anche nuotando a pelo d’acqua si possono incontrare molteplici specie di pesci e nuotare con loro.
Il porto turistico
La marina di Villasimius è la struttura portuale che identifica maggiormente il sud della Sardegna. Ogni volta che approdo in questo porto, situato nell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara, ritrovo la stessa cordialità e cortesia.
Oltre a tutti i servizi che offre, sia di natura nautica che di intrattenimento, l’organizzazione che lo caratterizza è davvero rara. Tutto il personale è cordiale e competente, il direttore, grazie alla sua profonda esperienza, gestisce abilmente la sua professione ricoprendo con orgoglio e dedizione il suo ruolo di grande importanza e punto di riferimento. Gli ormeggiatori sono esperti e professionali e allo stesso tempo riescono a calzare un amichevole sorriso per ogni ospite che sia di transito o stanziale. L’ormeggio al pontile di questa marina è un pò come un rientro a casa dopo una giornata piena e soddisfacente!
Dopo una gita in barca, solcando un mare dai colori tropicali, godere del tramonto su questo porto sorseggiando un buon aperitivo sia a bordo che in uno dei bar della struttura è un momento di pace col mondo!