Crescita personale

stimolare la crescita personale

Che cos’è la crescita personale?

Vorrei partire da questa domanda che mi sono posta io stessa tutte le volte che ho pensato di non farcela o di non saper fare qualcosa.

Viviamo in un mondo in continua evoluzione, dove è importante imparare a conoscere sé stessi.

Tutto questo per migliorarci ogni giorno e per misurare le nostre abilità, la nostra resilienza, la determinazione e molto altro.

E’ importante capire cosa davvero rappresenta la crescita personale per un individuo, quando inizia a cercare un cambiamento positivo nella propria vita.

Definizione di crescita personale

La crescita personale è un processo continuo di sviluppo delle proprie capacità, delle conoscenze, delle abilità e delle consapevolezze.

Non si tratta solo di un miglioramento professionale, ma di un qualcosa che comprende anche la sfera emotiva, il nostro modo di vivere le relazioni, il nostro stato mentale e spirituale.

In parole semplici, la crescita personale è l’insieme di tutte quelle azioni che ognuno di noi compie allo scopo di migliorarsi e tira fuori il meglio di sé!

motivazione

Dove si esprime la crescita personale

La crescita personale può essere evidente in diversi ambiti della nostra vita e, soprattutto in qualunque momento.

A proposito di autostima e di fiducia in sé stessi, la crescita personale rappresenta il momento in cui impariamo a credere nelle nostre capacità, ad avere un maggiore controllo su ciò che proviamo e che facciamo.

Tutto questo ci consente di affrontare gli ostacoli e le sfide quotidiane con una maggiore consapevolezza di quali “armi” utilizzare per farcela!

Avere una maggiore autostima ci permette di affrontare tutto con determinazione e coraggio!

Negli anni ho scoperto che saper gestire le emozioni mi aiuta a vivere con maggiore serenità i ogni situazione. so riconoscere i miei stati d’animo e so, in qualche modo, anche prendermene cura. So maneggiare le mie sensazioni e metterle in equilibrio con il resto delle mie caratteristiche.
Spesso, soprattutto nelle relazioni affettive, saper riconoscere i nostri sentimenti e le emozioni che proviamo ci aiuta a instaurare rapporti più stabili.

VIVERE DI PANCIA E DI TESTA

Con l’età ho scoperto quanto è importante saper gestire il mio tempo. Vivere di pancia sì, ma anche di testa. Avere un’idea chiara di quali siano le mie priorità ogni giorno e in qualunque occasione.

Questo mi ha aiutato a gestire meglio il mio lavoro, gli impegni familiari, le relazioni. Mi sono accorta che avere cura delle proprie relazioni affettive necessita di tempo e che quel tempo è prezioso. Dunque ho imparato a bilanciare il rapporto con i miei figli e quello con mio marito. Il lavoro e la vita privata. Certamente non è semplice farlo. Oggigiorno siamo tutti connessi senza pausa ad ogni sfera della nostra vita e questo ci pervade mentalmente ed emotivamente.

Ma con un po’ di buona volontà possiamo migliorare.

Ho imparato ad ascoltare. Ascoltare è la base delle relazioni. Comprendere chi abbiamo di fronte e saper analizzare i suoi punti di vista è uno step necessario per la propria crescita interiore.

In questo l’essere mamma mi ha stimolato molto. Ho capito che dovevo sì consigliare, ma prima di ogni altra cosa dovevo sentire cosa avevano e hanno da dirmi.

Quindi la crescita personale per me è la capacità di introspezione. E’ la volontà e l’abilità di vedere dentro di noi. Conoscere i nostri limiti, migliorarci, sapere dove siamo più abili e dove abbiamo bisogno di una spinta in più.

 

Perché è importante investire nella crescita personale?

Investire nella crescita personale vuol dire prenderci cura di noi in modo concreto e consapevole.

Quando investiamo su di noi è sempre un traguardo importante. Abbiamo la possibilità di sentirci più sereni, di affrontare ogni cosa con chiarezza.

Siamo anche più predisposti ai cambiamenti, perché sappiamo da dove arriviamo e dove vogliamo arrivare.

I nostri obiettivi si fanno più chiari ed evidenti e le nostre relazioni godono di maggiore benessere emotivo.

Ma da dove si comincia una vera crescita personale?

Ci sono tanti modi per iniziare e la prima cosa che, a mio parere, è importante è fermarci e ascoltare il nostro cuore. Dare voce a ciò che siamo dentro che a volte non è lo stesso che si vede da fuori.

Chiederci se siamo felici. Comprendere cosa vogliamo cambiare e cosa ci piace della nostra vita.

 

Fare chiarezza dentro di noi

Avere obiettivi chiari nella testa e sapere da dove cominciare per raggiungerli!

A mio parere i grandi sogni sono uno strumento di alta motivazione, ma perché questa motivazione venga alimentata con costanza servono anche i piccoli sogni, quelli più facilmente raggiungibili. In questo modo ogni traguardo ci stimola a perseguire il successivo e ci si sente più positivi, più ottimisti e più capaci.

Dunque, obiettivi misurabili e realistici sono la vera arma per una sana e costante crescita personale.

Il coraggio di cambiare

I cambiamenti rappresentano una forma di crescita molto importante.

Affrontare un cambiamento significa adattarsi, plasmare la propria realtà per perfezionarla.

I piccoli cambiamenti possono iniziare da nuove piccole abitudini. Azioni che ci rendono più consapevoli della nostra capacità organizzativi.

Molti si rivolgono a motivatori, mentori o coach per iniziare un percorso di crescita personale. Ognuno trova la sua porta da aprire per iniziare a crescere e a conoscersi a fondo.

Lo scopo è migliorarsi e avere una visione del futuro più aperta e chiara.

Un viaggio chiamato crescita personale

Se ci pensiamo bene, la crescita personale non è solo un punto di arrivo, ma è un viaggio, un percorso fatto di momenti da cogliere, idee da stimolare e pensieri da guidare.

E’ un viaggio attraverso la nostra mente e i nostri sentimenti che ci conduce verso una consapevolezza nuova e più produttiva.

Crescere, nel senso psichico, è un dovere che abbiamo nei nostri confronti. La crescita personale è la risposta a tuti i nostri dubbi su chi siamo, cosa vogliamo, dove stiamo andando.

Adolescenza e dintorni

gestire un figlio adolescente

Adolescenza ed emotività sono due parole che si combinano alla perfezione.

La sfera emotiva dei giovani è un fattore molto rilevante che ogni genitore deve monitorare.

Ma come si fa a capire e sostenere i nostri figli durate la loro crescita e, soprattutto nel periodo critico dell’adolescenza?

Adolescenza ed emotività: cosa succede?

Uno scossone emotivo

L’adolescenza è una fase decisamente complessa e a dir poco turbolenta per la maggior parte dei ragazzi.

È l’età delle prime grandi scelte, delle impattanti trasformazioni fisiche e dei cambiamenti interiori. In questa fase della crescita arrivano le emozioni forti e spesso difficili da gestire sia per loro stessi che per noi genitori.

Ovviamente, come dico sempre io, non si può gestire nulla se prima non si è compreso a fondo.

Il fatto è che spesso i nostri figli sono chiusi, non si aprono con noi e capire i loro stati d’animo può diventare una vera impresa.

Comprendere cosa accade nella mente e anche nel cuore di un adolescente è un passo decisamente basilare per accompagnarlo con maggiore consapevolezza verso l’età adulta.

 L’adolescenza: una montagna russa di emozioni

Qualcuno la definisce proprio così: una montagna russa emotiva in cui in una sola giornata si passa dal ridere al piangere con estrema facilità.

Durante l’adolescenza il cervello attraversa una elaborata riorganizzazione che causa uno squilibrio momentaneo tra emozioni, impulsi e pensiero logico.

Questo squilibrio è, infatti, la causa principale della loro impulsività, dei cambiamenti di umore improvvisi e della loro constante ricerca di emozioni intense.

 

Adolescenti ed emozioni

A proposito di emozioni, l’adolescenza è l’età delle grandi emozioni, delle scoperte e della conoscenza di se stessi.

L’amicizia, i primi amori, la famiglia… Ogni rapporto viene vissuto con intensità.

Rabbia

Tra tutte le emozioni, a volte emerge anche la rabbia.

Spesso è un’emozione di superficie, che può nascondere frustrazione, insicurezza o anche paura.

Un figlio adolescente spesso si sente non capito, giudicato o ingiustamente limitato nella propria libertà.

Malinconia

Il confronto con sé stessi e la consapevolezza del corpo che cambia possono destare momenti di tristezza nei giovani.

Si innesca una costante ricerca della propria identità e spesso ci si sente vulnerabili, diversi, insicuri.

I nostri figli adolescenti sono profondamente scossi dal loro cambiamento sia fisico che psicologico, ma non comprendono le cause del loro malessere e spesso tendono ad attribuirle ai genitori.

Ansia

L’ansia è l’immediata risposta alla pressione sociale, scolastica e personale a cui si sente sottoposto un adolescente.

Il bisogno di “essere all’altezza” delle aspettative del gruppo di coetanei può causare stress e tensione, così come il desiderio di assecondare le aspettative di insegnanti e genitori.

Entusiasmo

Quando un adolescente si appassiona a qualcosa, come ad esempio ad una relazione, ad amicizia o ad un progetto, inizia a vivere intensamente e con  totalità la sua nuova passione.

Non è raro però veder spengere quello stesso entusiasmo iniziale da un attimo all’altro…

La loro altalena emotiva è sempre dietro l’angolo e noi genitori dobbiamo supportarla e, ahimé, anche sopportarla!

Il ruolo degli adulti nell’emotività adolescenziale

Cosa possiamo fare noi genitori? Che ruolo abbiamo in questa fase della vita dei nostri figli?

Non sempre è facile trovare le parole giuste per supportare un adolescente arrabbiato, triste, malinconico o confuso.

Inoltre anche noi adulti, nel ruolo i genitori, potremmo trovarci di fronte a situazioni nuove che non sempre sappiamo già come aiutarli a gestirle.

Ascolto e disponibilità

A mio parere la prima cosa da fare è ascoltare.

Lasciarli parlare, sentire le loro idee e provare a comprendere le loro emozioni.

Questo ovviamente quando ci troviamo di fronte ad adolescenti che si aprono e che sono disposti al dialogo.

Dobbiamo ascoltarli senza farli sentire giudicati. Un ascolto pacato è la base da cui partire. Non facciamoli sentire inappropriati a causa delle loro reazioni, ma al contrario spieghiamo loro che anche noi siamo stati adolescenti e comprendiamo i loro stati d’animo.

Non stanno esagerando! L’adolescenza e l’emotività non sono qualcosa da condannare, ma da maneggiare con cura e amore.

Accogliere le emozioni

Dire “Capisco che ti senti arrabbiato, triste o confuso” aiuta un giovane ragazzo a dare un nome a ciò che prova e a comprendere meglio le proprie sensazioni.

Le emozioni non vanno negate, ma riconosciute e accolte.

Dare tempo e spazio alla comunicazione

Non forzare il dialogo, ma renditi disponibile. A volte il silenzio è solo una forma di difesa. La fiducia si costruisce nella continuità e c’è biosgno di tempo.

Educare all’intelligenza emotiva

Da sempre sono sensibile a questo argomento.

A mio parere l’intelligenza emotiva è qualcosa che deve essere “insegnato” ai nostri figli  giorno dopo giorno.

adolescenza ed emozioni

E’ importante sensibilizzarli e renderli più consapevoli riguardo i sentimenti e le emozioni.

Insegnare loro a riconoscere le emozioni, a esprimerle in modo costruttivo e a tollerare momenti di frustrazione può essere molto utile. Per questo motivo noi per primi dobbiamo afre attenzione a questi dettagli.

Anche il genitore è un modello emotivo. Noi per primi dobbiamo essere sensibili nei confronti della sfera emotiva.

Se necessario chiedere aiuto

Se le emozioni diventano troppo intense è importante coinvolgere uno psicologo o uno specialista.

Anche se il ruolo di un genitore è molto importante, a volte da solo non basta per risolvere momenti difficili e superare ostacoli più complicati.

L’aiuto di una figura professionale può davvero fare la differenza.

Un percorso lungo e intenso

L’adolescenza e l’emotività che ne deriva non devono rappresentare un problema da risolvere, ma un percorso da affrontare nel miglior modo possibile. E’ una fase che riguarda tutti i giovani e ognuno di loro ha esigenze personali che un genitore deve interpretare.

Gli adolescenti non vogliono essere modificati ma semplicemente compresi e supportati.

Quando noi genitori riusciamo ad avvicinarci al loro mondo interiore senza risultare troppo invadenti e senza dare l’idea di prendere i mano completamente la situazione, essi si sentiranno affiancati e non sostituiti nel loro ruolo.

Anche se non è semplice, proviamo un po’ alla volta a diventare un punto di riferimento sicuro per i nostri figli adolescenti, anche nei momenti più difficili.

Si cresce anche attraverso le emozioni ed è grazie ad esse che si conosce a fondo la nostra personalità e si impara  a gestire ogni stato d’animo.

Spesso ho difficoltà a connettermi con i miei figli perché loro mettono dei muri alti e non so come abbatterli senza irrompere nella loro privacy.

I nostri figli sanno come chiederci aiuto. Anche uno sguardo può significare una richiesta di supporto e noi dobbiamo cogliere tutto questo ogni giorno.

E’ difficile e non tutti i figli ci rendono partecipi delle loro lotte interiori, dei disagi, dei problemi con i coetanei, con la scuola… Con i primi amori.

Dobbiamo trovare le parole giuste per affrontare adolescenza ed emotività tipica di questa fase della crescita dei nostri figli.

Forse il messaggio che possiamo mandare loro è : se ti serve io ci sono. Non sono qui per giudicarti, ci sono passata anch’io… Se hai dei dubbi chiedi a me.

Ci vuole costanza, impegno e la capacità di trovare le prole giuste. Ma con un briciolo di fortuna possiamo aprire quella porta che ci condurrà al cuore e  ci permetterà di sostenerli  e tenerli per mano quando ne hanno bisogno.

Come deve essere un buon genitore?

GENITORIALITA

Probabilmente almeno una volta nella vita, un padre o una madre si pongono questa domanda.

Oltre alle caratteristiche individuali, al tipo di figlio e al contesto in cui si vive, si cerca di inseguire un prototipo di BUON GENITORE a tutti i costi!

Ma come deve essere un buon genitore: autoritario, autorevole o permissivo?

Esistono diversi stili genitoriali e, spesso, ci si chiede quale sia il più efficace e, soprattutto, se sono adatti a tutti i figli.

 

stile genitoriale

Stili Genitoriali a confronto

Essere genitori è un compito complesso che richiede amore, pazienza e capacità di adattamento.

Ecco, proprio sulla capacità di adattamento vorrei fare la mia riflessione su questo argomento.

La vera sfida di un essere umano che inizia il suo viaggio nel ruolo di genitore è proprio la capacità di adattamento e il coraggio di evolversi, modellarsi e modificare i propri punti di vista.

Quante volte ci siamo trovati a giudicare l’operato di altri? Soprattutto quando non si hanno figli, talvolta ci si trova a giudicare “da fuori” situazioni complesse che invece necessitano di sensibilità e rispetto.

Partiamo dal fatto che ogni figlio è diverso.

Anche nello stesso nucleo familiare i figli appaiono spesso completamente diversi, se pur con delle linee comuni di educazione.

Esiste però il temperamento. Qualcosa che non possiamo certo controllare, ma che, da genitori, dobbiamo imparare  a gestire, modellare e guidare nel miglior modo possibile.

Un figlio rappresenta in qualche modo il riflesso di ciò che siamo e di ciò che facciamo.

E’ un piccolo noi, un mondo connesso al nostro che, però, viaggia su binari diversi e non deve essere a nostra immagine e somiglianza.

 

L’esempio dei genitori

E’ chiaro che il nostro esempio ha un grande valore.

Se dici a tuo figlio di non rubare, ma ti vede farlo. Tuo figlio potrebbe diventare un ladro.

Ora questo è un esempio forte, ma possiamo riportarlo nella vita più “normale”  pensando a quando urlando, diciamo ai nostri figli di non gridare.

Ecco come il bambino può entrare in confusione.

Stiamo parlando ovviamente di situazioni generali che non devono essere prese alla lettera in casi più specifici che, invece, necessitano del supporto di figure professionali adeguate.

Il temperamento è qualcosa che abbiamo già dalla nascita. E’ un dato innato che però un genitore può stimolare o alleggerire in base al proprio sistema educativo, al rapporto che instaura con i figli.

Uno degli aspetti più studiati in psicologia evolutiva è il modo in cui i genitori interagiscono con i figli: lo stile genitoriale.

Spesso mi sono documentata per avere una consapevolezza maggiore sul mio ruolo e su come potevo migliorarmi e adattarmi alla crescita dei miei figli.

Comprendere il proprio stile educativo può aiutare a migliorare la relazione con i figli e a sostenere il loro sviluppo emotivo, sociale e cognitivo.

Cosa sono gli stili genitoriali?

Il concetto di stile genitoriale si riferisce all’insieme di atteggiamenti, comportamenti e metodi comunicativi che un padre o una madre adottano nel crescere i propri figli.

Gli studi della psicologa Diana Baumrind negli anni ’60 hanno identificato tre principali stili genitoriali, successivamente ampliati dalla ricerca:

Stile Autoritario

Lo stile autoritario è sicuramente noto per le sue caratteristiche più evidenti.

L’elevato controllo, la disciplina rigida e inflessibile, la scarsa apertura al dialogo tra genitori e figli, regole dure e alte aspettative da parte dei genitori.

Queste sono alcune delle caratteristiche che possiamo riconoscere nello stile genitoriale autoritario.

La famosa frase “E’ così perché lo dico io” è tipica di un genitore autoritario che non lascia la minima autonomia di azione e possibilità di confronto.

Ciò che riassume questo concetto è la parola obbedire, come forma primaria di educazione.

Che effetti potrebbe avere questo stile educativo?

Ovviamente sempre in base al carattere del figlio e agli eventi a cui è sottoposto, potrebbe sviluppare insicurezza, ansia, scarsa fiducia in se stesso.

I suoi rapporti con gli altri potrebbero essere basati sul senso di obbedienza e potrebbe avere scarsa capacità decisionale o autonomia.

Questo, ipoteticamente, perché la sua educazione è basata sull’assecondare le richieste che gli vengono fatte e rispettare le regole che gli vengono imposte.

Ciò non vuol dir che rispettare le regole sia sbagliato, ma ci deve essere elasticità e apertura al dialogo e al confronto affinché esse assumano il giusto significato e non siano solo una imposizione.

Stile Permissivo

Uno stile genitoriale permissivo è basato sull’affetto, l’apertura mentale, l’accoglienza, un basso controllo e assenza o scarsa presenza di limiti e regole.

I figli decidono autonomamente ciò che li riguarda e non subiscono il ruolo dei genitori in quanto basato sull’evitamento del conflitto.

Per citare anche in questo caso una frase tipica del genitore permissivo potremmo penare al classico “Lascialo fare è un bambino…”

Che effetti potrebbe avere questo stile educativo?

Difficoltà a rispettare regole e limiti fuori dall’ambito familiare, eccessiva impulsività e problemi nella gestione delle frustrazioni. I figli che vengono cresciuti da genitori permissivi sono autonomi nel decidere, ma faticano a sviluppare un vero e proprio senso di responsabilità.

Stile Autorevole

Lo stile genitoriale autorevole, infine, sembra essere quello che esprime alto affetto combinato con poche regole chiare e stabilite. Vi è una comunicazione aperta tra genitori e figli e un dialogo sincero e costante.

Questo sistema educativo promuove l’autonomia ma ne mantiene un controllo a distanza costante. E’ uno stile genitoriale che favorisce la fiducia nelle proprie capacità grazie al supporto e alla spinta che il figlio riceve.

In qualche modo vige una disciplina coerente, consapevole e trasparente che il genitore non impone in modo autoritario, ma spiega e condivide la propria idea con il figlio.

“So come ti senti, ma questa è la regola” è una delle frasi che può rappresentare il genitore autorevole. Spiega chiaramente la conoscenza  e consapevolezza del ruolo dei figli e dei loro punti di vista, pur conservando un ruolo di riferimento per loro.

Che effetti potrebbe avere questo stile educativo?

I figli cresciuti in questo clima educativo mostrano maggiore autostima e capacità di esprimere le loro competenze sociali. Sono abituati ed educati al dialogo e al rispetto. La capacità di autoregolare le proprie emozioni li rende più consapevoli e capaci di affrontare le difficoltà.

Costruiscono relazioni solide con i genitori e comunicano con essi in modo rispettoso e aperto.

Qual è lo stile genitoriale migliore?

Il mio modesto parere è che lo stile educativo deve essere contestualizzato e adattato ai figli. E’ certamente un dato di fatto che, numerose ricerche, mostrano e dimostrano che lo stile autorevole è il più equilibrato.

La sua efficacia è evidente perché offre una situazione rassicurante basata sull’amore combinato con le regole. Esso favorisce lo sviluppo dei figli in modo coerente e sano, rendendoli più forti e consapevoli.

Lo stile autorevole appare come la giusta combinazione e il bilanciamento tra i diversi stili educativi.

Inflessibile quando necessario, ma aperto al dialogo e al confronto.

Come sviluppare uno stile autorevole

Non è mai troppo tardi per modificare alcune dinamiche tra genitore e figlio, ma talvolta potrebbe essere necessario un supporto professionale alla genitorialità.

Stabilire regole chiare che possono esser discusse coinvolgendo i figli. Le regole vanno poi adattate all’età e riviste nel tempo.

L’ascolto è fondamentale. Comprendere i punti di vista dei figli, analizzarli e utilizzare l’empatia per aiutarli a sentirsi riconosciuti nel loro ruolo e nelle difficoltà che ne derivano.

Non imporre senza spiegazioni. Devono comprendere l’importanza e lo scopo delle regole affinché le rispettino e le facciano proprie e non le infrangano.

Coerenza e costanza aiutano i figli a non confondersi. Le regole non sono una questione di umore, ma hanno basi solide e valori imprescindibili.

Riconoscere i loro progressi , supportare le loro difficoltà e i loro limiti è una forma di educazione che rinforza e rassicura. La gratificazione stimola i comportamenti positivi.

Il genitore perfetto esiste?

Non esiste il genitore perfetto, ma esiste il genitore che si mette in discussione e si impegna a crescere con i propri figli adattandosi alle loro esigenze, alla loro epoca e alle caratteristiche individuali.

Riflettere sul proprio stile educativo è un passo importante per creare relazioni familiari sane e resilienti.

 

 

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