Fregene, il mio nido sul mare!

FREGENE 41°51′11.08″N12°11′36.16″E

La pineta monumentale di Fregene
La pineta monumentale di Fregene

 

Ops… Mi volto e trovo ancora il mare…. Amico segreto dei miei tormenti e compagno fedele delle mie gioie più pure… Cosa ti porta sempre a me… Cosa ti spinge sempre a bagnarmi i piedi… ?
Guardo il tuo caldo orizzonte e vi ritrovo le facce di un tempo… Le persone e i ricordi….
Sei quello di sempre ma con la consapevolezza del poi che mi lascia un abbraccio pieno di nostalgia…
… E poi il tuo rumore, sempre lo stesso… Sempre avvolgente e familiare…
Adoro ritrovarti… Questa è una delle tue facce che preferisco… Nonostante il tuo colore non si sposi abbastanza col cielo… I baci che vi date all’orizzonte sono appassionati e impavidi come il mio modo di amare…
Quante cose ho annegato in te… Cresciuta e ormai donna faccio fatica a ricordarle tutte, ma mi specchio su di te e so che le hai ben custodite prendendotene cura e lasciandomi andare, lasciandomi libera di vedere il mondo e scoprire cosa mi può regalare!
Grazie di aver tenuto come un forziere tutte le mie belle idee e i momenti di allegria… Grazie di emozionarmi cosi…

 

Fregene è vita, è il luogo dove le vacanze non cessano nemmeno dopo l’estate e le spiagge affollate ci fanno assaporare il gusto dell’amicizia e del divertimento.

Non sono nata a Fregene, ma quando guardo dietro di me, la mia infanzia è tempestata di ricordi su questo pezzo di litorale. Le amicizie, le comitive, le passeggiate in bici, le discoteche sulla spiaggia aperte fino all’alba e i cornetti caldi sui muretti nelle vie vicino al mare. Insomma, Fregene è il mio nido, la culla dei ricordi e la strada dei primi passi senza la mano di mia madre e mio padre.

Quando torno a Fregene sento che è ancora casa mia. Le facce che incontro sono sempre le stesse, le loro rughe aumentate mi fanno pensare agli anni che ho perso di loro e dei loro trascorsi, ma di ognuno ho la mia storia da raccontare.

Chissà quanti, mentre mi leggono, si riconoscono nella mia percezione di questa località… Forse ognuno ha la sua storia a Fregene, qualcuno sorride e qualcuno no pensando alla propria storia, ma solo chi la conosce sa amare la sensazione di esserne stato o esserne ancora una parte viva e integrante.

Di Fregene non si ama il colore del mare, il vero colore di questo posto è la pelle abbronzata e i pareo floreali… La sabbia bollente e i bambini seduti sulla riva a giocare che si fanno ogni anno più grandi… E gli stessi bambini, a distanza di anni, li vedi chinati sui loro figli a spalmare loro la crema solare sulle spalle!

Mi piace passeggiare a Fregene perchè non c’è via, negozio, bar o angolo di spiaggia che io non abbia conosciuto. Ogni sprazzo di orizzonte da cui ho intravisto il mare è ancora mio…

Ora mi ritrovo qui a contemplare questo mare e vedo infrangersi, insieme alle onde, tutti i ricordi sui miei piedi… Li vedo uno ad uno e sorrido mentre provo a ripercorrerli nella mia mente.

Passeggiare sul bagnasciuga è il modo più facile per fare una panoramica su Fregene. Ad ogni incannucciata un lido, uno stabilimento balneare, un chiosco! Le cabine colorate, i tetti di paglia che hanno riparato le nostre notti d’estate fino ad aspettare l’alba. La musica dal vivo, La ricerca di un parcheggio libero sul lungomare, la gente allegra, le bici poggiate sui muri dei bar, le sale-giochi…

COLAZIONE A FREGENE…

Gli anziani in giro col giornale sotto-braccio e le signore col cestino della bici pieno di spesa… Questa per me è la faccia di Fregene per chi la conosce come la conosco io…!

Ogni tramonto su questa costa è unico, senza filtri. Ho visto tramonti su mari turchesi e cristallini non poter minimamente competere con quelli del litorale laziale… La sera il mare si colora di arancio e non importa più quali sfumature avesse al mattino, esso diventa romantico e suggestivo come il primo amore…

Giovani, anziani, bambini assumono le sfumature del cielo e sembra tutto più bello, anche stringere la mano della persona che ami, davanti al tramonto di Fregene, fa battere di più il cuore!

 

E adesso mentre guardo questo mare sento ancora l’odore degli oleandri e le voci dei bambini sulla spiaggia. Chiudo gli occhi e vedo la strada per tornare a casa mia e l’auto di mio padre posteggiata davanti all’ingresso. Vedo gli attimi e le giornate scolorirsi davanti alla mia memoria e trasformarsi in sabbia, in onde, in vento… Restando nei miei capelli e sulla mia pelle e in quella di tutti quelli che leggendo questi miei pensieri hanno provato a chiudere gli occhi insieme a me…

 

 

 

 

 

 

 

 

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