” Mamma fa tanto caldo, andiamo a farci un tuffo al mare…. “. Guardo la mia bambina e non resisto, accetto subito! Quando arrivo mi siedo sullo scoglio a guardarla mentre fa il bagno. Intanto mi guardo distrattamente intorno e il mio sguardo assorto non mi impedisce di notarla… E’ una sedia a rotelle. Una di quelle piccole, un po’ colorate, forzatamente allegre… Senza dubbio di un bambino. Mi ostino nella ricerca e faccio enorme fatica a capire a chi appartenga. Sono tanti i bambini che stanno facendo il bagno, tutti felici, spensierati, tutti sorridenti…
Poi capisco che è lui. La trasparenza del mare non mi impedisce di vedere le sue gambine. Le tiene sospese nell’acqua, sembrano non appartenergli. Lo guardo, forse in modo insistente, ma non riesco a distogliere lo sguardo da lui. I suoi occhi pieni di allegria, le sue manine che non cessano di muoversi e di sbattere sull’acqua con un’euforia quasi fuori dal normale.
Si muove leggiadro nel mare… Si perde in quel blu con una specie di danza che gli lascia un sorriso stampato sulle labbra… È una forte emozione vederlo in mezzo a tutti gli altri bambini mentre si confonde nel gruppo come a volersi sentire uno di loro! Il mare gli dona la leggerezza che il suo corpo sulla terraferma non possiede. Il mare lo rende uno qualunque, ma con una gioia impossibile da trattenere. I suoi occhi si guardano intorno incapaci di celare la sua anima… Vedere quella semplice gioia di un gesto qualunque fa tremare il mio cuore. Osservo lui e poi guardo mia figlia e non vedo nulla di diverso. E intanto le sue gambe immobili sembrano essere sospese. Alzo lo sguardo e mi viene voglia di ringraziare la vita per questo meraviglioso mare… L’unica materia davvero capace di dare ad un bambino che è stato sfortunato l’opportunità di essere uno come tanti.
Intanto mi metto a cercare con gli occhi i suoi genitori, proprio in quel momento vedo lui che fa un cenno verso un uomo, il suo papà. Il bambino si avvicina alla scogliera e appena possibile il papà lo afferra e lo stende su un telo di spugna sullo scoglio. Le sue gambe restano appese al suo corpicino prive di tutto… Non hanno nemmeno un briciolo di tutta quella energia che si vedeva nelle sue manine.
Questo è il miracolo del mare.
Questa è la sua magia. Osservo padre e figlio e capisco che tutto il valore che ha per me il mare è nulla davanti alla gioia di vedere il proprio figlio sentirsi libero, sentirsi semplicemente un bambino come tanti altri.
Vederlo in mezzo a tanti e non capire subito quale fosse è la prova che il mare gli regala quello che non possiede sulla terra. Tutto quello che seduto su quella sedia a rotelle è un’utopia, appena entrato in acqua è diventato verosimile e soprattutto speciale… Perche’ in questo caso muoversi è speciale, muoversi è più bello che ballare ed ha un sapore pieno di libertà.
Forse noi siamo fatti per la vita sulla terraferma, ma senza il mare la terra perderebbe troppi colori!
Guardo di nuovo la sedia mentre se ne vanno e vedo due magnifici delfini disegnati sulle ruote… Chissà se è un caso, oppure lui si sente come un delfino quando è nel mare…
Il mare, con la sua invalicabile barriera corallina, è l’unico spazio immenso che non pone “barriere” davanti ad un bambino indifeso, impossibilitato a muoversi. La vita è spesso ingiusta, i bambini dovrebbero ignorare qualunque sofferenza o impedimento fisico, ma non possiamo scegliere né decidere come debbano andare le cose. Noi siamo solo umili spettatori delle nostre vicende. Siamo oggetti che fluttuano nell’universo dei nostri sentimenti. Siamo piccoli, insignificanti e deboli davanti alla forza del destino… Ma la nostra anima è lo strumento giusto di cui servirci per alleviare ogni dolore, la nostra anima ci rende capaci di sognare…
Il caldo di oggi mi ha fatto un dono. Ho potuto comprendere un nuovo valore del mare. Oggi ho visto negli occhi di un’anima innocente il colore della libertà… Era blu, intenso, profondo… Come il mare!