Malta al tempo del Coronavirus

malta coronavirus

17 marzo 2020 al tempo del Coronavirus

Siamo a circa 38 casi. A Malta non ci sono ancora obblighi riguardo lo stare a casa.
Se non sei un soggetto a rischio ( secondo le nuove norme del caso sei a rischio se sei stato all’estero) non devi osservare la quarantena.

Le scuole sono chiuse da venerdi scorso ( venerdì 13 per chi fosse superstizioso), ma io e mio marito, per una volta, ci siamo sentiti più vicini alle norme italiane e abbiamo deciso di non avere più rapporti sociali già da dieci giorni.
Ci siamo resi conto che ognuno, compresi noi che non siamo stati in Italia di recente, siamo potenziali untori che possono contagiare o essere contagiati.

Ci siamo resi conto che prendere il problema Coronavirus alla leggera ci avrebbe fatto fare lo stesso iter dell’Italia e così abbiamo giocato d’anticipo.
Niente scuola, niente sport e i nostri computer accesi h24 per continuare a svolgere il nostro lavoro.

La verità è che il Coronavirus esiste

Non sono nessuno e non ho le competenze per stabilire se il Coronavirus sia una semplice influenza stagionale.
Non sono così esperta di politica estera da fare supposizioni molto più grandi di me…Sono una donna e prima di tutto una madre al tempo del Coronavirus, preoccupata per la propria famiglia.
Non voglio rischiare di trovarmi nella situazione di avere uno dei miei cari in un reparto d’ospedale blindato con un respiratore attaccato senza potergli stare vicino.
Vivo già con estremo dolore la lontananza dalle nostre famiglie a Roma con il pensiero fisso di non poter fare nulla se accadesse loro qualcosa.
Mi consolo pensando che anche se fossi in Italia non potrei incontrarli.

Come dicevo all’inizio a Malta non c’è, a parer mio non ancora, il divieto di uscire di casa per fare una passeggiata. Oggi mi sono concessa due cuffie e un telefono carico per allontanarmi dal centro abitato e fare una passeggiata.
Mi sentivo un pò un alieno, una sorta di mummia resuscitata in un altro secolo.
Nella prima parte della passeggiata ho incontrato gente “normale”. Gente che entra sorridente nel supermarket, che chiacchiera al portone… Gente senza troppa paura. Non ho la stessa percezione che mi arriva dall’Italia, dove il supermercato è pericoloso quasi quanto un quartiere malfamato in piena notte! Per ora i supermercati di Malta sono nella fase 1… quella in cui si fa la corsa a chi riempie prima il carrello!

Man mano che acceleravo il ritmo, la mia passeggiata aveva un sapore diverso. Ho goduto dei benefici del vivere su un’isola grande poco più di uno scoglio.
Quel poco verde che copre le terra di Malta mi ha accompagnato con un po’ di ossigeno durante il mio passo veloce.

Niente corsa. Niente fretta.
Un’ora del mio tempo per pensare e concentrarmi sul futuro.

La ruota è ferma

Durante Il giorno mi scambio qualche messaggio con le amiche e ci confrontiamo un po’.
Siamo tutte preoccupate per la salute dei nostri cari, ma anche per ciò che ci riserva il futuro.
Il mondo é in crisi… Chi più e chi meno. Ogni stato sta vivendo la sua fase di astenia dalla ruota inarrestabile dell’economia mondiale.
Eppure la ruota ha smesso di girare.
Negozi chiusi, ristoranti chiusi, no alle scuole, ai luoghi di aggregazione… No alla vita sociale e al conseguente circolo della moneta.
Un po come il #freeze” del Grande Fratello. Tutto in stand by in attesa di nuove disposizioni.
Ma qui non c’è la D’Urso, qui ci sono interessi grandi in gioco e le nomination potrebbero modificare fortemente il profilo economico di un Paese.

La gente… Noi… Siamo costretti ad adeguarci ad una situazione impellente che non ci concede il tempo di pensare, né quello di decidere.
Dobbiamo mettere in pausa ogni attività per aspettare il giorno della ripresa.

E quando sarà? Quanto durerà?
Quando guardo un film su Netflix mi sembra già strano, dopo 10 giorni, vedere gente che si stringe la mano, che si abbraccia…

Forse é come quel film che mio figlio guardava da bambino e che mi metteva tanta angoscia… Sì quel film con la terra abbandonata priva di vita… Wallie…
Quello mi fece più impressione di quelli per noi adulti, perché rendeva l’idea della catastrofe in modo semplice, a prova di bambino.

Il silenzio sulla terra era così assordante che persino mio figlio, che all’epoca forse aveva cinque anni, riusciva a sentirlo chiaramente.

Ma il silenzio ora è nelle strade delle nostre città. La gente si affaccia dai balconi in cerca di un like fatto di carne ed ossa… Un applauso, un inno, un coro… Forse adesso che i social sono l’unico sfogo consentito non ci bastano più… C’è bisogno di normalità. Abbiamo voglia di salutare il vicino, di fare le file alla posta e di innervosirci nel traffico. La nostra quotidianità non si esprime con un like o con un meme che ironizza sul Coronavirus. La condivisione di una battuta è un modo per affrontare le restrizioni con un sorriso che nasconde paure, tensioni e preoccupazione.

Incontri ravvicinati al tempo del Coronavirus

Durante la mia passeggiata ho incontrato pochissime anime. Ero in aperta campagna e intorno a me c’era lo stesso silenzio della città… Ma era pulito… Sapeva di pulito e l’ho respirato a pieni polmoni come non avevo mai fatto… Mi sembrava prezioso come oro e ho pensato che magari, tra qualche giorno, sarebbe stato solo un sogno impossibile da realizzare.

Ad un tratto ho incontrato due donne della mia età credo. Una era sul ciglio destro della strada e l’altra sul sinistro, il mio stesso lato. Man mano che avanzavo sentivo la necessità di non arrivarle faccia a faccia e, quando mancava poco, ho approfittato dell’assenza di automobili per mettermi al cento della strada. Siamo entrambe scoppiate in una risata spontanea e “aggregante”. Dopo che ci siamo superate, con un inglese nordico si sono voltate e mi hanno detto che anche tra loro erano a distanza pur essendo amiche!

L’amicizia a distanza

Sì… Che belle le camminate con le amiche. Adesso che ci penso sarebbe bello se sabato sera andassimo a cena insieme. Una cosa così normale adesso è diventata un diversivo. Ma se teniamo duro presto avremo modo di recuperare.

Perché siamo solo in pausa e non dobbiamo fare altro che attendere. In fondo ci è stato chiesto di stare in casa con le nostre famiglie e non è la fine del mondo. Ci è stato imposto di uscire solo per le necessità e ci siamo accorti che l’unica vera necessità è mangiare, almeno finché la salute ci assiste.

Il mare mi ha preparato al Coronavirus

Ancora una volta devo molto al mare. Il mare, le lunghe navigazioni mi hanno insegnato molto. So fare buone scorte di cibo e gestirle per le traversate, so stare in uno spazio ristretto e convivere con amici e familiari per molti giorni… E infine so trovare il tempo per pensare e per tenere impegnati i miei figli in un gioco da tavola che chiamo “famiglia”. Questo non significa che non ho mai voglia di uscire, di tuffarmi nel mare e sentire solo il rumore dei miei pensieri… Ma significa che ho imparato ad aspettare… Ad aspettare di vedere terra!

Penso a chi è solo, a chi non può andare a fare la spesa e ha bisogno degli altri per vivere. Ci lamentiamo dello stare a casa e siamo costretti a convivere 24 ore al giorno con gli umori di ognuno, ma non sappiamo cosa sia la solitudine.

Mi sento così sciocca a volte a pensare alle cose futili… Spesso trovo scontate molte cose, ma in realtà non è così.

La merenda… L’appuntamento sull’agenda!

Al tempo del Coronavirus non è più scontato nulla. Persino la merenda diventa un momento tanto atteso in cui sedersi tutti alla stessa ora a tavola… Perchè senza appuntamenti abbiamo tutti tempo per fare merenda alla stessa ora!

Il tempo si è fermato, ma la testa no. Al posto del tempo… Dei minuti che battono a ritmo costante, adesso c’è il cuore che batte. O meglio… Batteva anche prima, ma non riuscivamo più a sentirlo.

Questo è il mio scorcio di vita al tempo del Coronavirus. Ho preso il toro per le corna e ho deciso io quale pensiero ascoltare. Non mi piace fare le cose per forza, mi piace scegliere cosa fare e per questo #IoRestoaCasa … Anche lontana dall’Italia io resto a casa!

Nel mare ho incontrato me!

mare aperto

A volte penso che gli esseri umani non sono fatti per vivere sulla terraferma. Quando passi molto tempo in mare, lontano da ciò che sei abituato a vedere, puoi conoscere il vero te stesso. Nessun uomo sa davvero fino in fondo cosa sente nel proprio cuore, finchè non ha la fortuna di trascorrere del tempo in mare. Il mare, con la sua grazia e la sua irruenza, è un continuo invito alla riflessione, al confronto con ciò che non ci sembra giusto… La vita lontano dalla società è un continuo insegnamento dei veri valori della vita.

Siamo schiavi delle nostre scelte…

Quando manchi tanto dalla terraferma diventi una persona migliore, senza condizionamenti e senza bisogno di sentirti uniformato agli standard. Vivo e lavoro con la tecnologia, sono schiava della wifi e mangio pane e social ogni giorno… Ma non lo faccio per scelta! Quando vedo sul mio telefono mancanza di campo provo un brivido che mi fa sentire viva, con una voce piu’ forte di qualunque commento… E dono cuori di elogio che non sembrano i soliti like… Sono piuttosto espressioni di ammirazione per il mondo che mi circonda. Certo la vita che ci viene insegnata ed imposta fin da bambini non somiglia affatto al mare. L’inquietudine dei tempi che stiamo vivendo è forte, ma quella che il mare aperto mi provoca ha un sapore sublime che arriva a toccare tutti i miei sensi già al primo sguardo.

Toccare terra e sentirsi migliori

Consiglio a chiunque ne abbia la possibilità di trascorrere almeno un mese della propria vita in mare. Se si sente il bisogno di guardare dentro sè il mare è l’unica soluzione.

L’orizzonte è il posto piu’ speciale in cui adagiare i propri pensieri nel corso di una navigazione. Quella meravigliosa e confusa riga blu è la culla di tutti i miei pensieri piu’ belli. Ci ho messo voci, parole, sguardi… L’orizzonte custodisce le mie paure e il mio coraggio di affrontarle.  Nessuna delusione e nessuna gioia ha mai attraversato il mio cuore senza essere passata prima per l’orizzonte.

Quando, dopo giorni in mare, torni a toccare terra, ti senti diverso, leggero. Guardi le persone che incontri per la strada e sorridi. Il mare ti depura, ti purifica l’anima dalla rabbia che la quotidianità ti impone. La vita sulla terraferma va affrontata con forza. Le persone ti sparano contro le loro insicurezze, il traffico ti mette sempre in guardia… Il lavoro, i colleghi, la scuola, la salute… Dobbiamo stare sempre attenti a tenere i pezzi attaccati l’uno all’altro… Non possiamo mai allentare la presa perchè la vita ci travolge, con la sua frenesia e la sua impietosa arroganza.

Curiamo le nostre ferite con il mare

Il mare cura le ferite. Ogni dolore che ho provato l’ho voluto vivere intensamente  in mare. Ho preso dalla mia mente ogni concetto, ogni idea, ogni errore e l’ho voluto riprendere in considerazione davanti al mare.

La notte in mare è il momento di piu’ forte intimità che io abbia mai vissuto con me stessa. La mia anima smette di avere segreti con la mia mente e si svela attraverso le lacrime, i sogni e le piu’ assurde fantasie. Quando navigo di notte vorrei che l’alba non arrivasse mai. Anche quando  il mare è mosso non ho voglia di veder sorgere il sole, al buio è tutto perfetto e non mi interessa di vedere… Tutto quello che mi serve vedere lo trovo tra i miei pensieri. Quando è il mio turno al timone provo sempre quella paura che dona adrenalina pura all’essere umano.  La notte in mare è quella in cui i sogni si fanno ad occhi aperti.

Basta una notte per ritrovarsi!

notte in mare con luna

So bene che la mia vita è sulla terraferma, ma l’attesa del mare mi fa sentire viva. Datemi retta… Provate una volta nella vita a concedervi una notte in mare… Rompete quel silenzio che avete imposto al vostro “io” e regalatevi un dialogo vero, senza filtri, senza timore. Conoscersi davvero fino in fondo è un regalo che si fa a se stessi… Il mare è l’unico compagno capace di offrire all’uomo la possibilità di scoprire chi è davvero!

Abbandonate la terraferma… Anche un pattino sotto la luna, cullato dalla marea è il posto giusto per ritrovarsi… Ogni mezzo per farlo è un’opportunità… Cogliete l’occasione di trovare voi stessi e sentirvi parte di quell’orizzonte….

 

ciao duemiladiciassette….

capodanno neve

E’ quasi capodanno…

E’ stato un anno intenso…. Pieno di storie che sono rimaste in me. Un anno che sta finendo, che mi ha travolto, come ogni altro, con novità, vicissitudini, delusioni e speranze.
Un nuovo anno sta per cominciare ed io… Come sempre… Lascio andare il vecchio con malinconia.

Faccio sempre fatica a salutare gli anni che finiscono. Mi sembra di lasciarci sempre dentro qualcosa che non ho voglia di lasciare. Mi sento sempre legata ai giorni che ne hanno fatto parte e alle persone. Soprattutto alle persone. Odio lasciare le persone alle mie spalle, odio pensare al futuro senza sentire che le mie radici mi seguono.

Ogni anno che finisce mi ruba un pezzo d’anima e se la prende per sempre. Provo ad andare a fargli visita, ma non è la stessa cosa… Quando una cosa è nel presente posso toccarla, anche solo con le parole o con gli occhi, ma la sento mia. Quando è il passato ad avere quello che vorrei toccare faccio sempre fatica a farmene una ragione. Sono sempre stata profondamente spirituale nel mio modo di vivere i sentimenti. Li sento cosi forte dentro di me che ogni parte del mio corpo racconta di loro. Ogni mio sguardo, pensiero, gesto è la risposta a ciò che sento.

Non è la mia festa preferita…

Il Capodanno non è la mia festa preferita. Prima di tutto perché non posso avere tutte le persone che amo al mio fianco, poi perché ho nel cuore i capodanni in cui ho dovuto lasciare persone che erano troppo importanti per me. Ricordo il 31 dicembre di 10 anni fa come un vuoto immenso che mi ha preso ogni sorriso. Quella mezzanotte ha tolto ogni sogno dal mio cuore senza domandarmi cosa provavo. Odio la mezzanotte, brindo e sorrido ma nel cuore non ho mai la gioia che provo a mostrare fuori.

Mentre fuori nevica…

fuoco accesoSi avvicina la fine dell’anno e provo ad alleviare le mie ferite guardando il fuoco. Il mio modo di rilassarmi e di aspettare il trecentosessantacinquesimo giorno è semplice e puro come il mare. Il rumore della legna che arde nel camino è l’unico sottofondo che può, momentaneamente, sostituire nel mio cuore il rumore del mare. Oggi, come altre volte, fuori nevica e mi ritrovo a completare il mese di dicembre davanti ad una fiamma viva e pungente  che riscalda i miei pensieri mentre lavoro ai ferri una maglia che finirò il prossimo anno… Il cielo si scurisce e la nebbia copre come un velo un paesaggio pieno di suggestioni.

Domani sarà di nuovo giorno e ancora altri ricordi passeranno dai miei occhi al cielo in un solo sguardo. La mezzanotte mi cogliera’ piena di parole che non dirò a nessuno e i fuochi d’artificio in cielo copriranno di colore e di chiasso la malinconia. Un nuovo anno… Una nuova sfida da cominciare con me stessa… Nuove idee prendono forma nella mia mente e tutto sembra partire dalla mia pancia… Sento farfalle… Mi sto già innamorando di questo 2018 che mi fa sentire viva… Capace di fare, dire, pensare e scrivere quello che sento.

accendo il nuovo anno

Passa la malinconia e i miei occhi tornano a brillare come i fuochi d’artificio nel buio. Chiudo la porta dietro le mie spalle senza far rumore e conservo la chiave nella tasca. Non prendo tante cose, solo l’essenziale mi occorre per entrare nel nuovo anno. A piedi nudi, senza accessori inutili mi affaccio verso il futuro con una  timida voglia di vederlo da vicino…

Grammatica Inclusiva… Uomini vs donne ?

regola della prossimità

GRAMMATICA INCLUSIVA.
Qualche giorno fa un mio collega mi ha parlato di una polemica che sta dilagando in Francia e in altri paesi, riguardo la “grammatica inclusiva”. Ora io non sono nessuno per dire se sia o meno una polemica di rilievo dal punto di vista umano, ma a me, francamente, fa sorridere! In un mondo viziato dai problemi razziali, dalla crisi economica, dalla povertà che in alcuni paesi ha superato le soglie umane… Sinceramente parlare di “maschile o femminile” quando si tratta l’argomento grammatica mi lascia senza parole.

Io sono un’appassionata di grammatica. Lo sono sempre stata, fin dai tempi della scuola elementare e ad oggi, nonostante scriva milioni di parole, accenti, virgole, verbi e tanto altro, non mi è mai capitato di sentire la necessità di dare una svolta alla grammatica italiana!! Trovo, al contrario, che un italiano appassionato di scrittura, sia più fortunato rispetto ad un inglese che ha a disposizione una quantità minima di vocaboli per suscitare interesse verso ciò che vuole esprimere!

Non sono un’anticonformista (nota bene ho messo l’apostrofo perchè sono una LADY), non sono femminista ( senza l’articolo avrete comunque capito che si tretta di me !) e, sinceramente, come donna ho interesse ad emergere non tanto in una frase grammaticalmente più precisa, ma in una società in cui, talvolta, fatico ancora a sentirmi adeguata!
Comprendo perfettamente la disparità che emerge dalla dominanza del maschile rispetto al femminile. Anche un solo uomo in una frase che include 100 donne riesce ad avere la meglio aggiudicandosi il suo ruolo “dominante” che, con prepotenza, include anche le signore che ne fanno parte. Eppure è così da sempre.

Amici o amiche?

Tempo fa mi è capitato di organizzare una cena tra amiche(solo donne!). Tra queste una “maltese” che parla e scrive discretamente in italiano, ma con la quale ho sempre piacere a comunicare in lingua inglese. Insomma, prendo il telefono e vado sui messaggi. Al momento di scrivere mi rendo conto che una cena solo AMICHE in inglese è tradotta come FRIENDS… Ciò mi fa pensare che forse lei potrebbe venire accompagnata dal marito perchè non le è chiaro il concetto di esclusività femminile! Quindi mi vedo costretta ad aggiungere la parola chiave DONNE (Women) per farle meglio capire che non deve venire con suo marito… Ne risulta che ho dovuto articolare maggiormente la frase per spiegare lo stesso concetto!

Siamo davvero sottomesse dalla grammatica?

Ora non voglio dire che il femminile nella grammatica non sia importante, voglio solo dissociarmi a gran voce da chi ne fa una ragione di vita… Da chi(o dalla quale!) si sente così fortemente discriminata a livello sociale. Il punto è che essere una donna è una cosa che ci mette già in risalto sotto molti punti di vista, quello estetico, quello sensibile, quello umano… Pertanto mi sento più propensa a lavorare sulla difficoltà di affermare altre caratteristiche che contraddistinguono l’universo femminile!
E’ chiaro che la grammatica inclusiva è solo una scusa per sottolineare la “prepotenza sociale” degli uomini. Siamo in un’epoca in cui tutto deve essere semplificato. La comunicazione, ormai quasi unicamente digitale, deve uniformarsi agli standard e non perdersi in sfumature di ordine grammaticale.

Pensiamo alle cose importanti…

E’ sufficiente fare un tour virtuale nei social di successo per accorgersi che la grammatica, quella corretta, è l’ultimo dei problemi che affliggono le persone. Prima di complicare la vita ai bambini che iniziano a scrivere e a leggere, mi preoccuperei di aiutarli a prendere possesso dell’uso dell’ H all’interno di un discorso. Poiché questo suono è muto continua a confondere le persone anche in età adulta e altera non poco l’armonia di molti post sul web…
Quando l’era digitale non aveva ancora un posto così totalitario nella nostra vita, era rara l’occasione di mettere nero su bianco i nostri pensieri. Oggi siamo completamente bersagliati da tastiere, tasti T9 (che ci tradiscono sul più bello), parole di uso internazionale che sono entrate nel nostro linguaggio quotidiano… E infine, ma non meno importante, l’esigenza di scrivere sui social quello che stiamo facendo, come la pensiamo riguardo qualcosa, a che ora andremo in palestra e quanto siamo innamorati/e di chi dorme al nostro fianco… Talvolta allo scopo di attirare l’attenzione di chi dorme a fianco di altri!!!!!
Lo so che sembra una barzelletta… Sto divagando, ma mi rendo conto che maschile o femminile che sia una parola, ciò non cambierà la realtà dei fatti. Se poi si vuole fare di questo argomento una polemica… Che la si faccia, ma io resto della mia -modestissima- idea che noi donne abbiamo altro a cui pensare!! Io mi preoccuperei più di occuparci dei nostri figli che stanno vivendo, anzi crescendo in un’era in cui i valori si identificano attraverso facebook, in una società dove una ragazza si rappresenta attraverso un selfie davanti allo specchio… La scuola non ha più quel ruolo educativo da cui emerge autorità, ma solo è un periodo di transizione tra l’essere giovani e il rimpiangerlo! Educhiamo le nostre figlie femmine a farsi rispettare non solo sui messaggi del cellulare, ma tra i banchi di scuola, nel lavoro, in famiglia! Insegnamo ai nostri figli maschi a dare spazio nella loro vita al rispetto per le donne che incontrano! La grammatica può aspettare… Abbiamo fatto tanti passi per ribaltare alcune convinzioni sociali sulla differenza tra i sessi… Viviamo in un pianeta pieno di problemi e non ha importanza che sesso abbiano… Soprattutto perchè poi ne risulterebbe che gli omosessuali avrebbero da ridire, giustamente, anche loro sulla grammatica!!! E siccome io penso che siamo tutti ESSERI UMANI, uomini, donne, omosessuali, adulti e bambini… Non conta come lo si spiega un concetto, ma conta cosa voglia esprimere!

Cullata dal mondo…

Cullata dal mondo… E’ così che voglio vivere… non importa dove, come, ne’ quando… Sentirmi cullata mi fa credere di essere ancora una bambina… Mi sento ancora a caccia di avventure, sospesa tra terra e mare mentre i miei pensieri prendono forma e colore… A dispetto di tutto quel grigiore che la vita non risparmia a nessuno… Contro ogni indelicata tristezza che si scontra con ognuno di noi…

Il mare non mi delude mai… Forse perché so quanto sa essere spietato… Allora me ne frego di essere buona con lui  e lo disprezzo quando mi sfida, ma senza smettere di amarlo nemmeno per un istante!

Quando sento il vento che comincia a soffiare, sottovoce, prima con timidi spifferi, poi senza timore, con audacia… Allora quello è il momento. Sono lì che lo ascolto con paura, ma con quella paura che crea eccitazione, brividi e passione… Vedo la superficie del mare che comincia ad incresparsi e mi piace illudermi di poter prevedere le sue prossime mosse… Anche se non ne sono ancora capace e, probabilmente, non ne sarò capace mai! Eppure ci credo, faccio le mie “cattive” previsioni e intanto guardo il mio comandante sperando di leggere nei suoi occhi che, come sempre, è tutto sotto controllo!

Ma il mare non è mai sotto controllo… Ti fa credere di saperci fare con lui, un pò come facciamo noi donne quando un uomo ci guarda negli occhi… Lui non lo sa che quell’infinito non lo conoscerà mai davvero tutto… Che è solo nostro e non gli apparterra’mai completamente! Per questo amo il mare e amo il vento, perché più mi sembra che mi appartengano e più li sento lontani. Sono come donne che non parlano, come il buio, ci puoi vedere quello che vuoi dentro, ma non riuscirai mai a vedere davvero tutto!

Sono contenta di essere una donna… Almeno so che esistono dei confini che non si possono mai valicare. Mi sento fragile e allo stesso tempo invincibile perché riconosco la mia fragilità ❤. Voglio vivere cullata dal mondo, dalle onde che battono contro le mie certezze e mi ricordano che sono nulla su questo pianeta, ma posso lasciare comunque l’impronta della passione con cui vivo!

Al di là del muro che ho nella mente!

C’è un modo per veder oltre i confini della nostra mente….

Non si studia sui libri, nessuno sa dirti quando è il momento. Arriva un giorno nella vita in cui capisci che oltre non puoi andare, che solo saltando il muro puoi allargare l’orizzonte e vedere cosa ti aspetta!

Cresciamo con le nostre convinzioni, con i nostri standard da cui facciamo fatica a staccarci. Siamo piccole menti in continuo movimento verso il futuro, verso il punto di arrivo… Ma non ci discostiamo mai dal punto di partenza!

Chi lo ha detto che non si può cambiare? Si può, si deve a volte. Non importa se non si hanno tutte le certezze necessarie per decidere, bisogna accettare l’incognita e non temerla. E poi si può sbagliare, tornare sui propri passi, ricominciare da dove ci si era fermati…

La vita è fatta anche di pause… Di momenti di riflessione e di decisioni importanti che cambiano il corso delle cose e ci cambiano dentro. Se poi si torna indietro non si è più gli stessi, le esperienze ci modellano e ci educano alla vita e noi abbiamo il dovere di prendere ogni insegnamento che queste ci offrono.

Lo so che non è facile. Quando guardo intorno a me vedo una realtà parallela alle mie radici. Mi soffermo a pensare e vedo i miei figli proiettati verso un futuro che ho messo davanti al loro cammino senza porgli troppe domande! Penso che questa esperienza sia un dono per loro, per la loro vita. Li ho messi a piedi nudi su di un prato e ho cosparso il sentiero di sassolini appuntiti… Ma quando arriveranno dove vogliono andare, i loro piedi saranno abbastanza forti da sostenerli in qualunque difficoltà. Solo allora si accorgeranno di aver fatto tanta strada senza indossare le scarpe!

La paura di sbagliare.

Certe volte penso… ” E se avessi sbagliato?” … Non esistono esperienze sbagliate se non quella di drogarsi o fare del male a qualcuno.

Sentir parlare i miei figli in inglese non può essere un errore. Ogni volta che li vedo interagire con i loro coetanei provo una sensazione di serenità. Intorno a loro ci sono esperienze diverse, trascorsi variegati, lingue e tradizioni completamente  opposte alle nostre… Eppure mi piace osservarli nella loro incoscienza che non dà alcuna attenzione a ciò che è apparentemente diverso! Loro vivono la vita senza vedere quel muro che noi adulti a volte non riusciamo a scavalcare. Loro non sentono la necessità di capire ogni cosa e di darle un significato… Non ha importanza se hanno a disposizione un vocabolario con la metà delle parole che vorrebbero… Quello che mi piace di più è vedere che la parola giusta la trovano sempre… Perchè nasce spontaneamente dal loro cuore e arriva al cuore di chi li sta ascoltando. E quando la parola giusta proprio non vuole uscire, i loro sorrisi e le loro mani verso gli altri sono la risposta migliore a qualunque domanda che gli venga posta!

Chi lo ha detto che i fiori sono quelli che non hanno spine? Quelli con i petali vellutati e il nettare a portata di mano? I fiori sono anche quelli che fuori pungono, ma dentro sono succosi… Anche un cactus ha i suoi meravigliosi fiori, ma coglierli non è affatto facile! Ho conosciuto poco mio suocero, ma ricordo che diceva sempre che le cose difficili sono le più belle… Beh, aveva ragione! Io di una margherita che si appassisce non me ne faccio niente… Voglio arrampicarmi cavolo… E prendere il fiore in cima al cactus… Quello sì che starà bene nel mio vaso!

La mia casa non ha pareti, guardo intorno a me e abito nel mondo!

 

Il mare non pone barriere!

” Mamma fa tanto caldo, andiamo a farci un tuffo al mare…. “. Guardo la mia bambina e non resisto, accetto subito! Quando arrivo mi siedo sullo scoglio a guardarla mentre fa il bagno. Intanto mi guardo distrattamente intorno e il mio sguardo assorto non mi impedisce di notarla… E’ una sedia a rotelle. Una di quelle piccole, un po’ colorate, forzatamente allegre… Senza dubbio di un bambino. Mi ostino nella ricerca e faccio enorme fatica a capire a chi appartenga. Sono tanti i bambini che stanno facendo il bagno, tutti felici, spensierati, tutti sorridenti…
Poi capisco che è lui. La trasparenza del mare non mi impedisce di vedere le sue gambine. Le tiene sospese nell’acqua, sembrano non appartenergli. Lo guardo, forse in modo insistente, ma non riesco a distogliere lo sguardo da lui. I suoi occhi pieni di allegria, le sue manine che non cessano di muoversi e di sbattere sull’acqua con un’euforia quasi fuori dal normale.
Si muove leggiadro nel mare… Si perde in quel blu con una specie di danza che gli lascia un sorriso stampato sulle labbra… È una forte emozione vederlo in mezzo a tutti gli altri bambini mentre si confonde nel gruppo come a volersi sentire uno di loro! Il mare gli dona la leggerezza che il suo corpo sulla terraferma non possiede. Il mare lo rende uno qualunque, ma con una gioia impossibile da trattenere. I suoi occhi si guardano intorno incapaci di celare la sua anima…  Vedere quella semplice gioia di un gesto qualunque fa tremare il mio cuore. Osservo  lui e poi guardo mia figlia e non vedo nulla di diverso. E intanto le sue gambe immobili sembrano essere sospese. Alzo lo sguardo e mi viene voglia di ringraziare la vita per questo meraviglioso mare… L’unica materia davvero capace di dare ad un bambino che è stato sfortunato l’opportunità di essere uno come tanti.
Intanto mi metto a cercare con gli occhi i suoi genitori, proprio in quel momento vedo lui che fa un cenno verso un uomo, il suo papà. Il bambino si avvicina alla scogliera e appena possibile il papà lo afferra e lo stende su un telo di spugna sullo scoglio. Le sue gambe restano appese al suo corpicino prive di tutto… Non hanno nemmeno un briciolo di tutta quella energia che si vedeva nelle sue manine.
Questo è il miracolo del mare.
Questa è la sua magia. Osservo padre e figlio e capisco che tutto il valore che ha per me il mare è nulla davanti alla gioia di vedere il proprio figlio sentirsi libero, sentirsi semplicemente un bambino come tanti altri.

Vederlo in mezzo a tanti e non capire subito quale fosse è la prova che il mare gli regala quello che non possiede sulla terra. Tutto quello che seduto su quella sedia a rotelle è un’utopia, appena entrato in acqua è diventato verosimile e soprattutto speciale… Perche’ in questo caso muoversi è speciale, muoversi è più bello che ballare ed ha un sapore pieno di libertà.
Forse noi siamo fatti per la vita sulla terraferma, ma senza il mare la terra perderebbe troppi colori!
Guardo di nuovo la sedia mentre se ne vanno e vedo due magnifici delfini disegnati sulle ruote… Chissà se è un caso, oppure lui si sente come un delfino quando è nel mare…

Il mare, con la sua invalicabile barriera corallina, è l’unico spazio immenso che non pone “barriere” davanti ad un bambino indifeso, impossibilitato a muoversi. La vita è spesso ingiusta, i bambini dovrebbero ignorare qualunque sofferenza o impedimento fisico, ma non possiamo scegliere né decidere come debbano andare le cose. Noi siamo solo umili spettatori delle nostre vicende. Siamo oggetti che fluttuano nell’universo dei nostri sentimenti. Siamo piccoli, insignificanti e deboli davanti alla forza del destino… Ma la nostra anima è lo strumento giusto di cui servirci per alleviare ogni dolore, la nostra anima ci rende capaci di sognare…

Il caldo di oggi mi ha fatto un dono. Ho potuto comprendere un nuovo valore del mare. Oggi ho visto negli occhi di un’anima innocente il colore della libertà… Era blu, intenso, profondo… Come il mare!

In ogni muro c’è una finestra da spalancare…

Tu e i tuoi silenzi pieni di parole. La tua presenza impalpabile che sa tenere stretto il cuore più di una mano… Tu e la tua ironia irresistibile a tanti.

Con te ho imparato che le parole non servono e che si può stare vicini senza dirsi niente di impegnativo lasciando che siano i nostri occhi a parlare per noi.

Ti guardo e so che papà oggi sarebbe fiero dell’uomo che sei diventato e delle scelte che hai fatto. Ti osservo e so che tu ci sei anche se non lo sai dire… Il bene tra fratelli è una cosa che sta scritta nell’anima. Non c’è bisogno di esprimerlo con le parole, ma è già scritto e già letto, sta in ogni istante condiviso.

Stamattina il sole sulla poppa scaldava il mio viso mentre bevevo il mio caffè e non avevo altre tazze da riempire. In un istante la mia casa era vuota, ma il mio cuore no, quello adesso ha qualcosa in più da conservare.

Ed io, così diversa da te, ho bisogno di scrivere e di esprimere quello che sento… Ma questo non significa che sia più forte di quello che non viene detto. Il tuo abbraccio è ancora intorno a me e non te lo sei portato via col tuo aereo all’alba di stamattina. Il tuo sguardo dietro gli occhiali da sole si è poggiato sul mio cuore e adesso è lì che dorme, ed io lo sento mentre penso a te e alle nostre risate! 

Ti aspetto…

Sono qui che ti aspetto davanti ad un immenso mare blu che da oggi è custode di altri cari ricordi per me! Sono qui che ti penso a piedi nudi in questa mia vita talvolta anormale, ma mai senza senso… Io cammino e sento mani che mi tengono ad ogni passo… Guardo dritto al cielo e so che il mio sguardo forma un angolo retto con il vostro e il vertice ha lo stesso sguardo pieno di gioia di quando ci teneva per mano…

La vita ci ha insegnato che spesso ci si trova davanti muri insormontabili, ma con dedizione e coraggio si può sempre trovare la finestra magica da aprire, da spalancare senza paura!

Io dietro al muro ci trovo sempre un pò di mare a consolarmi… Non mi spaventa quello che c’è dietro, perchè so che mentre apro, al mio fianco, ci sono tutte le persone che amo!

Muore la balena spiaggiata a New York

New York… cronaca di un cetaceo che ha lottato per vivere… Gli animalisti hanno tentato di alimentarlo e idratarlo per rimetterlo in sesto, ma il gigante dei mari non ce l’ha fatta ed è morto spiaggiato sulla costa del Queens.

Il mare ancora una volta ci fa commuovere, ci mette davanti agli occhi un esemplare così meraviglioso per mostrarci la sua infinita ricchezza…

La salute viene dal mare….

Dopo un lungo inverno è arrivato il momento di concederci una bella vacanza al mare e non solo perchè sarà divertente, anche per depurarci, rilassarci e curare tante malattie….
I farmaci sono utili e questo è un dato di fatto, ma esiste qualcosa di veramente speciale per curarci, il mare!
Ebbene sì, il mare è il nostro dottore… Grazie alla salsedine, allo iodio e alle sue proprietà naturali può migliorare la qualità della nostra vita e rigenerarci…
Durante la stagione fredda molti di noi sono costretti a ricorrere alle ben note inalazioni  di cortisone per curare i problemi respiratori, ma il mare, a volte,  può sostituire queste terapie e non ha nessuna controindicazione…. Possiamo quindi dire che il mare migliora la nostra respirazione…. Quando le onde si infrangono sulla costa rilasciano nell’aria una moltitudine di sali minerali… Il cloruro di sodio, il magnesio, lo iodio, il calcio, il potassio vengono trasportati dal vento fino ad arrivare ai nostri polmoni che ne traggono un incredibile beneficio….
Inoltre il mare può migliorare molti problemi della pelle e sono moltissimi gli esperti a sostenerlo…
Insieme alla combinazione del sale il moto ondoso riattiva la circolazione e rassoda il nostro corpo, in molti casi non è difficile constatare che il mare combatta anche la fastidiosissima pelle a “buccia d’arancia”….

Il sale stimola anche le terminazioni nervose e ci aiuta a risvegliare ed accelerare il metabolismo… Quando fa caldo e siamo in spiaggia al sole, possiamo saziarci con dell’ottima frutta piena di vitamine e di acqua evitando di cadere nella tentazione di mangiare cibi grassi e calorici…
Insomma andare al mare non è solo un piacere, è nostro dovere godere di tutta questa salute che viene dal mare… I nostri bambini hanno bisogno del mare per crescere bene, godere della natura e dell’aria sana che ci porta il mare!

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